Torno a postare sul blog dopo un lungo periodo di involontaria inattività e lo faccio raccontandovi un'interessante storia, attraverso un bel lotto di materiale che sono riuscito ad aggiudicarmi tempo fa.E' la storia di Umberto Guarnieri e Lodovico Montegani, due aviatori italiani durante Prima Guerra Mondiale, facenti parte di una schiera di "eroi"...troppo spesso dimenticata.
Umberto Guarnieri nasce a Roma il 10 marzo 1889;
prima di divenire aviatore faceva il tipografo. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale venne mandato sul Carso col 1° Granatieri, col grado di Sergente. E’ di questo periodo un episodio alquanto particolare che lo vide protagonista, e che ci può far capire il suo temperamento: da tre mesi si trovava in prima linea, quando ebbe notizia che sua moglie aveva dato alla luce una bambina. Chiese qualche giorno di licenza,ma gli venne negata. Ebbe incarico,infatti,di recarsi a insinuare nelle trincee nemiche vari tubi di gelatina. Compì l’operazione con tale zelo, che il capitano volle interrogarlo. “Non mi avete permesso – rispose il Guarnieri – di andare a vedere la mia bambina?! E allora ieri, mentre svolgevo la mia missione mi dissi: O muoio, o mi conquisto una licenza premio.
Ebbe la licenza premio, quindi tornò a combattere con tale impegno che si ammalò di esaurimento. Fu ricoverato in un ospedale di Milano proprio nei giorni in cui gli aviatori austriaci giunsero a bombardare la metropoli lombarda. Dal suo letto l’infermo vide i bombardieri effettuare in lungo e in largo evoluzioni di ogni sorta: “Ah possedere un aeroplano e attaccarli” – esclamava - , impotente…il granatiere senza ali.
Nel giorno stesso fece domanda al Ministero per essere incorporato nell'aviazione. Rinunciò alla convalescenza per recarsi subito al compo scuola. Eseguì, dopo il brevetto, una serie di ricognizioni, bombardamenti e scontri nel cielo tra Gorizia e Pola. Per cogliere gli incursori notturni di sorpresa, saliva da Grado a zonzo per il cielo, anche all'insaputa dei superiori, i quali, udendolo ronzare nel plenilunio si chiedevano: " Dobbiamo sparare? E' austriaco o nostro?".
Dopo Caporetto fu nelle squadriglie da caccia a Porto Corsini sottoponendosi ad un lungo, sfibrante lavoro, in gara con gli americani che avevano in lui il loro maestro e che l'avevano soprannominato, per le acrobazie di cui era capace, "Desi" (vertigine).
Quando passò all'idrocaccia Guarnieri, in un volo d'addestramento, incontrò un velivolo giallo-nero, con molte croci e parecchie bombe. diretto su Ravenna. Benchè inesperto del nuovo tipo di idrovolante, l'allievo-cacciatore attaccò l'avversario, abbattendolo.
L'abbattimento dell'idrovolante austriaco gli valse la cittadinanza onorario di Ravenna e una medaglia d'oro, che il Guarnieri perderà dopo l'armistizio, durante un volo tra Cartagena e Sesto Calende, "...mentre stava lottando con i maestrali nel Golfo del Leone per recare all'estero un prodotto delle maestranze italiane..."
La preedente foto reca sul retro quanto segue: "Ricordando una data felice 8/11/1918".